AL FUOCO !
L'Esposizione Internazionale delle Colonie e il Surrealismo
arteideologia raccolta supplementi
nomade n. 4 dicembre 2010
IL POVERO SIGNOR PEEL
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Sii tollerante. Conserva la tua fede o la ferma convinzione, ma ammetti che si abbia una fede o una convinzione diversa. Non fare nulla, non dire nulla che possa ferire la fede di un altro uomo; è qualcosa di intimo della coscienza umana, così delicata che toccandola la piaga.
(Paul Doumer)

A partire dal 10 maggio 1931, a Madrid, Cordoba, Siviglia, Bilbao, Alicante, Malaga, Granada, Valencia, Algeciras, San Roque, La Linea, Cadice, Arcos de la Frontera, Huelva, Badajoz, Jerez, Almeria, Murcia, Gijon, Teruel, Santander, La Coruña, Santa Fe, ecc., la folla ha incendiato le chiese, i conventi, le università religiose, distrutto le statue e i dipinti che questi edifici contengono, devastato gli uffici dei giornali cattolici, cacciato  tra le urla i preti, i monaci, le suore, che si precipitavano ad attraversare le frontiere.
Cinquecento è il primo bilancio degli edifici devastati dal fuoco. Opponendo a tutti i roghi una volta innalzati dal clero della Chiesa di Spagna il grande bagliore materialistico delle chiese incendiate, le masse sapranno trovare nei tesori di queste chiese l’oro necessario per armarsi, per lottare, e trasformare la Rivoluzione borghese in Rivoluzione proletaria.
Per il restauro della Madonna del Pilar di Saragozza, per esempio, la sottoscrizione pubblica di venticinque milioni di pesetas è già stata coperta per metà: si rivendichi questo denaro per le esigenze rivoluzionarie e si rada al suolo il tempio del Pilar in cui da secoli l’immagine di una vergine serve per sfruttare milioni di uomini!
Una chiesa in piedi, un prete che possa officiare, sono altrettanti pericoli per l’avvenire della Rivoluzione.
Distruggere con qualsiasi mezzo la religione, cancellare persino le vestigia di questi monumenti di tenebre in cui gli uomini si prosternavano, distruggere i simboli che un pretesto artistico cercherebbe invano di salvare dalla grande collera popolare, disperdere il pretume e perseguitarlo nei suoi rifugi, è quanto hanno intrapreso spontaneamente, nella loro comprensione diretta dei compiti rivoluzionari,  le folle di Madrid, Siviglia, Alicante, ecc..
Tutto ciò che non è la violenza, quando si tratta dello spaventapasseri di Dio, dei parassiti della preghiera, dei professori di rassegnazione, equivale a venire a patti con l’innumerevole canaglia del cristianesimo che deve essere sterminata.
Quello che fu, per dei secoli, l'ausilio e il sostegno delle loro Maestà Cattolicissime, è oggi preda di una bella fiamma che speriamo raggiunga tutti  i monasteri, tutte le cattedrali di Spagna e del mondo.
Già l'Unione Sovietica, dove centinaia di chiese sono state fatte saltare con la dinamite, trasforma gli edifici di culto in club operai, in depositi di patate, in musei antireligiosi.
La massa rivoluzionaria spagnola ha immediatamente attaccato l'organizzazione dei preti che, in tutto il mondo, assieme alla polizia e all’esercito, stanno con i difensori del capitalismo.
Ma se la prima cura della Repubblica borghese è stata di dichiarare che il culto cattolico rimaneva la religione di Stato, il suo secondo compito è ora quello di reprimere con la forza coloro che sono determinati ad abbattere tutti gli edifici religiosi.
L’azione1 del Nunzio Apostolico al signor Alcalà Zamora2 ha posto il governo socialista repubblicano agli ordini del papa.
Una giustizia sommaria trascina già  dinnanzi al plotone d’esecuzione i comunisti colpevoli di iconoclastia.
Gli  spaventati borghesi manterranno il clero sulle sue terre perché la divisione dei beni della Chiesa non può che essere il segnale per la divisione dei beni laici.
Questi cittadini hanno bisogno di sacerdoti per mantenere la proprietà privata e il lavoro salariato.
Non possono separare la Chiesa dallo Stato. Solo il terrorismo delle masse realizzerà questa separazione: il proletariato armato e organizzato farà giustizia dei banchieri, degli industriali, aggrappati alle nere gonne dei preti. Il fronte antireligioso è il fronte determinante della fase attuale della rivoluzione spagnola.
In Francia l'estendersi della lotta antireligiosa sarà d’aiuto alla Rivoluzione Spagnola.
Atei francesi, non tollerate che in nome di un diritto di asilo assolutamente fallace, la Francia, nonostante la separazione della Chiesa dallo Stato proclamata nel 1905, consenta alle congregazioni fuggite dalla Spagna rivoluzionaria di stabilirsi sul vostro territorio.
È già abbastanza che all’arrivo del re Alfonso si siano verificate le scandalose manifestazioni di Parigi.
Voi imporrete, con un’agitazione che saprà esser degna dei magnifici fasci di scintille apparsi al di sopra dei Pirenei, il rinvio  dei religiosi alle frontiere dove li aspetteranno molto presto i tribunali di salute pubblica.
Con il rimpatrio dei loro confessori esigerete al tempo stesso il rimpatrio dei regali banditi, che devono essere giudicati dai loro sudditi di ieri, loro vittime per sempre.
Delle vostre dichiarazioni di solidarietà con gli operai e i contadini della Spagna in armi ne farete una tappa della lotta per la presa del potere in Francia da parte del proletariato che solo saprà spazzare via Dio dalla faccia della terra.

Benjamin Péret, René Char, Yves Tanguy, Aragon, Georges Sadoul, Georges Malkin, André Breton, René Crevel, André Thirion, Paul Eluard, Pierre Unik, Maxime Alexandre [e altre dieci firme di compagni stranieri]





LA REGINA CON CHIAPPE
Da L’Illustration – Didascalia: A la sortie de la gare d’Orsay, au matin di 16 avril: la reine Victoria-Eugénie, très émue, s’avance, les bras chargés de fleur, entre le préfet de police, M. Chiappe, e l’ambassadeur d’Espagne démissionaire, M. Quiñcones de Leon.

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Peggy Lee canta Is That All There Is?
1 - L'arcivescovo di Tarragona cardinale Vidal y Barraquer, che, dopo l' esilio del cardinale Segura, guidava l'episcopato e che dal 1931 era l' interlocutore diretto del nunzio apostolico, Tedeschini, chiese al presidente della Repubblica, Alcalá Zamora, di nominare con urgenza un ambasciatore che potesse iniziare i negoziati con il Vaticano. La scelta per quel ruolo di un autorevole membro del governo, il ministro degli Esteri Pita Romero, conferma l'interesse dell'esecutivo, guidato dal radicale Lerroux, alla normalizzazione dei rapporti con la Santa Sede. Da una parte si voleva dimostrare la stabilità della Repubblica e la sua capacità di superare la normale demagogia iniziale, dall'altra si sperava che il nuovo ambasciatore andasse a trattare «per porre rimedio - disse il segretario di Stato vaticano Eugenio Pacelli - ai gravi danni sofferti dalla Chiesa in seguito alla recente legislazione antireligiosa».
2 - Niceto Alcalá-Zamora y Torres (Priego de Córdoba, 6 luglio 1877 – Buenos Aires, 18 febbraio 1949). Politico spagnolo. esponente della destra repubblicana. È stato Presidente del Consiglio dal 14 aprile al 14 ottobre 1931. È stato poi il Primo Presidente della Seconda repubblica spagnola dal 10 dicembre 1931 al 7 aprile 1936. Allo scoppio della guerra civile spagnola si trovava in Norvegia, e non tornò in Spagna, rifugiandosi prima in Francia e poi in Argentina.